Rivisondoli

Descrizione e storia

PanoramaRivisondoli è un comune italiano di 688 abitanti della provincia dell’Aquila in Abruzzo. È un noto centro turistico, rinomato per la pratica degli sport invernali e per le escursioni naturalistiche. Questo antico borgo medievale fortificato infatti posto ad una altitudine di 1.320 m. s.l.m., sorge, in un contesto ambientale splendido, sull'altopiano delle Cinque Miglia, ai piedi del Monte Calvario (1.743 m.).

Insieme alla vicinissima Roccaraso forma uno dei più noti, attrezzati e frequentati comprensori sciistici dell'intero Appennino. Il territorio comunale, sul quale è dislocata una popolazione di circa 700 abitanti (quasi tutti residenti nel capoluogo), fa parte del Parco Nazionale della Majella.

Il centro storico conserva un patrimonio storico-artistico recente, poiché il devastante terremoto del 1706 e un successivo pauroso incendio verificatosi verso la fine del XVIII secolo distrussero quasi interamente il nucleo abitato più antico. Il monumento più importante del paese è la scenografica chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari, riedificata nel 1931 sullo stesso luogo dove sorgeva la precedente.

Rivisondoli ha acquistato fama, nel corso degli anni, per la celebre rappresentazione del "Presepe vivente", la cui prima edizione risale al lontano 1951. La manifestazione, una delle più suggestive d'Abruzzo, alla quale assistono migliaia di turisti, si svolge il 5 Gennaio di ogni anno e la figura del Bambino è riservata all'ultimo nato del paese.

La presenza dell'uomo durante la preistoria è dimostrata da strumenti litici ritrovati nel territorio comunale e da tratti di mura poligonali (oggi non più visibili) che furono rinvenute in località Serra Castellaccio. Non sono stati ritrovati reperti che possano attestare la presenza di un abitato in età romana. La prima citazione storica di esso risale solo al 724 ed è rappresentata da un cenno contenuto nel Diploma di Grimoaldo II duca di Benevento, che fa riferimento a un Rigu Sundulum.

Tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, il paese andò acquistando la tipica fisionomia di borgo arrampicato, praticamente avvinghiato alla roccia, centrale rispetto alle aree coltivabili ed alle zone adibite a pascolo che tornavano ad essere decisive per l'economia ed il progresso sociale del luogo, il quale, finita l'epoca delle invasioni, cominciava di nuovo a fiorire grazie alla ripresa della transumanza.

Il nucleo del borgo arroccato che sempre di più si sviluppò dal 300 in poi è ancora oggi evidente e presenta una struttura urbana raccolta, con edifici che s'affacciano su un sistema viario reticolare originario, fatto di stradine a scalinate che assecondano perfettamente il ritmo del pendio, e provvisto di un particolare tipo di cinta muraria (case a schiera).

Nacque in quel periodo la primitiva ed ormai scomparsa chiesa parrocchiale di Santa Maria a Fonte o dell'Ospedale. Essa si ergeva di fianco all'"albero della fonte", un olmo altresì non più esistente, che si riteneva prova dell'origine longobarda del comune, ed alla piccola ma monumentale fontana che oggi è l'unica superstite vestigia dell'antica parrocchia.

La storia del paese continuò più o meno tranquilla durante i secoli fino agli albori del '700, in cui si consolidò anche l'Università, di tipo feudale (baronia), che appartenne ai Cantelmo di Popoli fino all'estinzione di questa grande famiglia.

La tranquilla vita del piccolo centro venne però turbata dai terremoti del 1703 e del 1706, che determinarono il crollo della gran parte delle costruzioni; nonostante ciò la popolazione non si perse d'animo e ricostruì il paese dalle fondamenta, dimostrando una determinazione che si manifestò anche dopo il rovinoso incendio del 1792 ed il catastrofico terremoto del 1915.

Un altro stravolgimento di non lievi proporzioni fu l'abolizione del regime feudale, che contribuì a liberare ulteriormente le forze produttive e l'intraprendenza della popolazione e a far virare l'economia della pastorizia transumante a quella della pastorizia stanziale, che favorì la nascita di un ceto di contadini e pastori agiati.

Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 cominciò un'altra fase ancora, con l'inserimento sulla linea ferroviaria Sulmona-Isernia e l'arrivo di Re Vittorio Emanuele e della sua famiglia, che nel 1913 furono ospitati nell'elegante edificio ottocentesco dell'Albergo degli Appennini, attualmente conosciuto come "Residenza Reale". La venuta dei reali contribuì a fare diventare Rivisondoli una delle più note stazioni sciistiche e favorì l'arrivo di sempre maggiori quote di turisti ed appassionati della montagna.

Il presepe vivente

Il turismo a Rivisondoli iniziò a svilupparsi subito dopo la venuta in paese dei Reali d'Italia, nel 1913 incrementando notevolmente i suoi flussi dopo la Seconda Guerra Mondiale, col consolidarsi della località come centro di vacanza estiva e stazione sciistica invernale.

A far conoscere sempre più il nome di Rivisondoli, grosso contributo diede l'ideazione, a partire dal 1951, del suggestivo Presepe vivente.

Il centro è uno dei maggiori in regione dove si celebra la rievocazione storica del Presepe vivente nel periodo di Natale, uno dei più caratteristici del territorio.

8e6edc37 af0b 436e 83b6 6b85d5c25669Questa rappresentazione per quadri viventi della natività di Gesù, che va in scena il 5 gennaio, sin dal 1951. Secondo la tradizione l'ultimo nato del paese interpreta il bambinello, anche se in alcuni anni per il notevole calo di nascite si è dovuto ricorrere al gemellaggio con alcuni altri paesi come nel 1993 quando, in seguito al gemellaggio con Betlemme il bimbo giunse direttamente dalla Terra Santa. Il Presepe Vivente ha una lunga tradizione ed è una delle manifestazioni più note e rinomate in campo internazionale del nostro comprensorio. Nella convinzione che, proprio perciò, costituisca il volano per lo sviluppo turistico locale, come Amministratori attenti alle sorti del nostro Comune, puntiamo molto su questa Sacra rappresentazione, che cerchiamo ogni anno di rendere unica e irripetibile. Essa è, dunque, particolarmente importante per la nostra comunità; e per me ha un significato ancora più particolare: anch'io nel 1966 ho avuto l'onore di interpretare il ruolo del Bambinello per poi contribuire a conservarla in vita, prendendovi sempre parte come comparsa e indossando per dieci volte gli abiti regali di uno dei Re Magi. Né sono le sole ragioni per cui mi sento legatissimo a questo evento che è la storia del nostro paese, il paese in cui sono nato e cresciuto e che amo al di sopra di ogni altro.Un messaggio di pace tra tutti i popoli e di speranza per il mondo intero è partito dal Presepe vivente di Rivisondoli, che nel solco di una tradizione iniziata nel 1951, ha fatto rivivere l’evento della Natività in un clima di grande suggestione. Circa cinquecento figuranti, tra i quali quaranta giovani di fede musulmana, hanno preso parte alla rappresentazione della Natività nella Piana di Piè Lucente, ai piedi di Rivisondoli.

Luoghi d'interesse

Borgo fortificato

Ancora visibili le porte che consentivano l'accesso al borgo: la quattrocentesca Porta Antonetta e la porta nei pressi di Palazzo Sardi, nonché la cosiddetta Porta di Mezzo.

Eventi bellici e tellurici (come il terremoto del 1915) hanno cancellato per sempre molte evidenze storico-artistiche, ma hanno risparmiato tuttavia importanti testimonianze architettoniche quali il Palazzo Baronale, la bella e settecentesca chiesa del Suffragio e la chiesa di Sant'Anna; quest'ultima, restaurata nel 2013, è la cappella annessa al palazzo Baronale e internamente ospita un altare barocco in stucco.

Palazzi

Fra gli altri edifici di valore storico-architettonico vi sono alcune "case" e palazzi settecenteschi (Casa De Capite, Casa Torre, Casa Romito, Casa Caniglia, Casa Gasparri, Casa Notar Grossi e Casa delle Signorine Ferrara, situata al lato dell'antico teatro del paese. Di particolare spicco è poi il Palazzo Ferrara in via del Suffragio, appartenuto al gentiluomo Don Eugenio Ferrara, grande proprietario terriero e illuminato podestà di Rivisondoli nel periodo fascista). Si tratta di edifici di pregio, tutti caratterizzati da portali con elementi anche molto particolari, incorniciati da fregi in pietra finemente lavorata e in alcuni casi anche da "vignali", tipici pianerottoli con scala prospicienti l'ingresso, e da balconi e terrazzini che fanno registrare la presenza di accurati lavori in ferro.

Museo Civico dell'Arte Presepiale

Il museo conserva una collezione di presepi artistici e di quadri, sculture, fotografie ed altre opere d'arte di artisti noti ed affermati. ma anche di giovani autori di talento, dedicate alla tradizionale rappresentazione annuale del presepe vivente. La struttura ospita spesso anche mostre personali e collettive.

Museo Civico

Il 6 agosto 2011, con la mostra "Teofilo Patini - Bestie da soma, studi ed inediti" è stato inaugurato il nuovo Museo Civico, destinato a raccogliere le collezioni del vecchio Museo d'Arte Presepiale ed a costituire il centro aggregativo artistico della località.

Da ricordare inoltre, per la sentita devozione cui si rivolgono le popolazioni dell'altopiano, è il santuario della Madonna della Portella,la chiesa di San Nicola di Bari.

Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari

La chiesa parrocchiale, dedicata a San Nicola di Bari, è in stile neoromanico e venne costruita nel 1931 in luogo della precedente. Esternamente, è caratterizzata dal campanile e dalla facciata, nella quale si apre un'ampia trifora; all'interno, presenta una pianta a croce latina, con tre navate, e sono visibili alcune decorazioni in stucco barocche nella cupola e, nei transetti, altari in marmi policromi.

Santuario della Madonna della Portella

Da ricordare inoltre, per la sentita devozione cui si rivolgono le popolazioni dell'altopiano, è il santuario della Madonna della Portella. La chiesa si trova nella strada statale che conduce da Roccaraso ad Rocca Pia e risale al 1589.

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SITOGRAFIA

http://www.viaggioinabruzzo.it/aq/rivisondoli.htm

http://www.presepeviventerivisondoli.it/#1

https://it.wikipedia.org/wiki/Rivisondoli