GUIDA ALLA PINACOTECA PATINIANA
Il Palazzo De Petra, risalente al XII/XIV secolo apparteneva alla famiglia De Petra, i cui componenti furono i feudatari di Castel di Sangro. L'edificio è stato danneggiato, infatti sulla facciata sono ancora visibili le tracce dell'incendio che venne appiccato intorno alla metà del Seicento in occasione della rivolta napoletana di Masaniello. Si possono ammirare le antiche bifore e la scultura del leone, posta all'ingresso dell'edificio a rappresentare il simbolo della famiglia De Petra.
L'Amministrazione Comunale ha restaurato il Palazzo e, a partire dal 2006, vi è stata allestita la Pinacoteca Patiniana. All'interno sono conservate numerose opere del famoso pittore di Castel di Sangro Teofilo Patini e di altri artisti dell'area abruzzese a lui contemporanei quali Nicola Pitocco, Francesco Paolo Michetti, Giocondo Terenzio, Carlo Patrignani, Giuseppe Bozzelli e Tito Pellicciotti.
A pochi passi dalla Pinacoteca si trova anche la casa natale di Teofilo Patini che, però, non è purtroppo visitabile in quanto appartiene a privati.
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Questo incantevole luogo si trova, una volta usciti dal paese, seguendo la S.S. 558. Passati sotto il viadotto della superstrada, si gira a destra e si percorrono i tornanti in salita che conducono fin davanti la Madonna dell'Eremita.
Il sentiero si snoda lungo un percorso naturalistico, caratterizzato da piante quali: il sambuco, la rosa selvatica, i rovi di more. Raggiungendo la punta più alta del sentiero, inoltrandosi nel sottobosco, si trovano pregiate piante come la genziana, il pungitopo, il ranuncolo, la stella alpina appenninica, la bella donna. Dopo la faticosa percorrenza del sentiero ci si può ritemprare all'ombra del meraviglioso querceto secolare che rende unico e suggestivo l'ambiente del bosco.
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Il Museo Civico Aufidenate fu istituito nel 1898 ad iniziativa del Sindaco dell'epoca Clemente Marchionna e la collaborazione dello studioso castellano Vincenzo Balzano; conteneva materiale archeologico rinvenuto nel territorio comunale e nei dintorni, in occasione di scavi eseguiti in lavori pubblici e privati. Nella prima metà del Novecento è stato alta testimonianza della civiltà sannita e romana succedutasi nell'Alto Sangro. Il materiale in esso contenuto era stato catalogato dallo storico di Castel di Sangro Vincenzo Balzano, per cui è stata possibile una sua ricostruzione, anche se parziale perchè la maggior parte dei reperti sono andati dispersi a causa degli eventi bellici della seconda guerra mondiale. I reperti parzialmente recuperati, nel 1995, vennero dapprima raccolti in Antiquarium Comunale nell'ex Palazzo del Principe e dal 18 aprile 1999 trasferiti nel ripristinato Museo per volere dell'Amministrazione Comunale col fattivo concorso della Soprintendenza Archeologica per l'Abruzzo e la collaborazione dell'Archeoclub d'Italia "Alto Sangro"; dal 2002 la nuova istituzione è stata classificata come museo di seconda categoria. Gli spazi museali si articolano su due piani.
PIANO TERRA
SEZIONE DI PREISTORIA E PROTOSTORIA - SALA "ANTONIO DE NINO"
Espone collezioni di fossili e testimonianze archeologiche che spaziano dal Paleolitico all'epoca sannitica.
Sui supporti ci sono: una roccia sedimentaria tipo <<lumachella>> (conchiglia conica allungata), da Scontrone e un blocco calcareo proventiente dal Gargano con gusci e impronte di molluschi.
Nelle varie vetrine troviamo: vari esemplari di vegetali, materiali e molluschi fossilizzati; resti di alcuni vertebrati, ambienti di scogliera e di fondali costieri di varie epoche geologiche; una collezione di 22 vasi di epoche ed aree culturali diverse e frammenti ceramici appartenenti a varie epoche; un'importante iscrizione in lingua osca, del III-II sec a.C., rinvenuta del 1931 alla periferia di Castel di Sangro il cui testo si riferisce probabilmente alla costruazione di un edificio pubblico.
MUSEO INTERNAZIONALE DELLA PESCA A MOSCA
Intitolato a Stanislao Kuckiewicz, grande pescatore di origine polacca rinomato in tutto il mondo, il Museo espone attrezzature specializzate per tale tipo di pesca, vecchie pubblicazioni, fotografie varie, cimeli, macrofotografie di insetti acquatici e imitazioni di mosche dei migliori fabbricanti nazionali ed internazionali.
PORTICATO CHIOSTRO
ISCRIZIONI ROMANE E TRABEAZIONE
Tra i più importanti: cippo calcareo con iscrizione sepolcrale rinvenuto presso il Ponte della Maddalena; lastra rinvenuta nel 1797 durante i restauri di un pilastro del vecchio ponte della Maddalena; stele calcarea rinvenuta nel 1852, nella parte estrema del giardino di S. Nicola.
PIANO PRIMO
SEZIONE ROMANA
- SALA <<V. BALZANO>>
Esposti: cippi funerari, lastre e stele sepolcrali di varie tipologie e con diverse incisioni; ceramiche, armi e attrezzi agricoli di ferro; rilievi delle fortificazioni di epoca italica del territorio e foto del vecchio Museo Aufidenate.
- SALA 2
Lastre, frammenti di cippi sepolcrali con iscrizioni romane; statuetta raffigurante un toro a rilievo in spessa lamina bronzea con tracce di doratura; terrecotte votive; frammenti di piedi e mani.
- SALA 3
Lastre e cippi sepolcrali vari; statua acefala di personaggio togato, cosiddetta "statua del console" rinevnuta alla fine del XVIII secolo nello scavare le fondamenta della chiesa di Morte e Orazione, in quella che oggi è, appunto, denominata Piazza del Console.
- SALA 4
Vasi frammentati; ampolle di vetro; ounte di lance di ferro di epoca romana.
- SALA 5
Capitello corinzio di epoca romana; vasellame frammentato proveniente dalla domus di Piazza Castello.

PRESEPE NAPOLETANO CON STATUETTE DEL SETTECENTO
PAESAGGIO ETNICO DELL'ALTO SANGRO
PRESEPE NATURALISTICO CON RIPRODUZIONE "THOLOS"
(capanne in pietra a secco utilizzate come ricovero per i pastori durante la transumanza)
Agnone, in provincia di Isernia, è sede della più antica fabbrica di campane del mondo.
Come tutti i borghi dell’Alto Molise, Agnone si trova a 840 metri d’altezza ed è immersa nel verde, circondata da boschi e torrenti. Da lontano, svettano i tanti campanili delle chiese: nel piccolo centro abitato infatti ce ne sono ben tredici. Tra queste, la Chiesa di Sant’Emidio (con l’attigua biblioteca Emidiana), quella di San Marco e la Chiesa di Sant’Antonio Abate. Da visitare anche la chiesa di San Francesco, monumento nazionale, e il suo chiostro: risale al XIV secolo e ha un portale gotico sormontato da un bellissimo rosone. Tra i punti più belli della cittadina c’è la Piazza Plebiscito, con la sua fontana risalente al 1880.
Il centro storico di Agnone è di impianto veneziano, come si può notare dalle tante statue di leoni, simbolo della Serenissima, sparse per il paese. Nel XII secolo, ad Agnone, giunsero degli artigiani veneti al seguito di Landolfo Borrello, nobile molisano che prestò servizio alla corte dei Dogi di Venezia e ricreò gli ambienti della città lagunare nel centro molisano. Da Venezia giunse in Molise anche l’antica arte della lavorazione del rame che, in epoca medioevale, nella valle del fiume Verrino, aveva favorito la creazione delle antiche fonderie del rame, a funzionamento idro-meccanico. Oggi, nel centro di Agnone, gli artigiani non hanno dimenticato le proprie origini. E se volete conoscere come operano i maestri ramai potete visitare l’antica bottega della famiglia D’Aloise, lungo il Corso Garibaldi, la via dello shopping.
Percorrendo il Corso Garibaldi, incontrerete varie pasticcerie: dolcerie tradizionali i cui prodotti sono creati per lo più con ingredienti freschi e molisani, pur senza trascurare il meglio di altre regioni (come le mandorle siciliane di Avola). I dolci più noti di Agnone sono le ostie ‘prene’ (ripiene di un impasto a base di cacao, miele e frutta secca), ma non sono da sottovalutare la bontà di paste imperiali, mostaccioli, pasta reale e, ovviamente, il gusto dei confetti ricci. In questa antica ricetta, le mandorle vengono cosparse di gomma arabica e poi di zucchero sciroppato. L’uso delle bassine (contenitori rotanti) consentono allo zucchero di cristallizzare in maniera irregolare e ottenere la rugosità del confetto sulla superficie.
Un’esperienza davvero singolare ad Agnone è la visita alla Pontificia Fonderia Marinelli. Non capita tutti i giorni di vedere produrre delle campane e pensare che quegli oggetti risuonano da decenni in ogni angolo della terra, visto che si tratta della più antica fonderia italiana e di una delle aziende familiari più antiche del mondo, è gestita dalla stessa famiglia fin dall’anno Mille.
Sono firmate Marinelli le campane del santuario di Pompei, di Montecassino, della cattedrale di Buenos Aires, della chiesa della Collegiata di Guardiagrele, le campane dei vari Giubilei e quella dell’Expo di Milano del 2015. Durante la visita capirete perché costruire una campana richiede tempo e una precisa conoscenza delle leggi della fisica, della matematica e dell’armonia. Dietro un semplice suono, infatti, ci sono lunghi e complessi calcoli e variabili. Per consentire ai visitatori di entrare meglio in questo mondo la fonderia ha creato anche un museo, dove si possono vedere antiche collezioni di campane e dove si viene guidati nelle fasi di produzione di una campana, Oltre a essere un vero e proprio strumento musicale è anche un’opera d’arte, decorata da maestri nelle arti figurative. E la dimostrazione finisce con un bel concerto di campane suonato dal vivo.
A sinistra, particolare la rappresentazione della 'Ndocciata, evento tipico della tradizione agnonese, a cui si può assistere nelle giornate dell'8 e il 24 dicembre.
MADONNA DELLE GRAZIE - SANTA LUCIA
La prima tappa di questo itinerario è la Chiesa della Madonna delle Grazie, una fra le più particolari del paese, caratterizzata dalla facciata in pietra squadrata e sormontata da due piccoli campanili a vela raffinatamente lavorati. All'interno è presente una caratteristica statua della Madonna e un altare in legno prezioso. E' situata nelle immediate vicinanze dello stadio comunale. Una passeggiata in mezzo alla natura pensata per tutta la famiglia, vista la dolcezza del percorso. Un itinerario nel quale è possibile apprezzare le bellezze del paesaggio montano a pochi passi dal centro cittadino.
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