LO SCRIGNO DI CASTEL DI SANGRO (II PARTE)

GUIDA ALLA PINACOTECA PATINIANA DI CASTEL DI SANGRO

palazzo de petraSECONDO PIANO

  • Ritratto di gentiluomo olio su tela, 80x44 cm, 1880.
    Appartiene alla collezione dell'Amministrazione Provinciale dal 1884, quando fu acquistato; è stato, dunque, concesso in comodato d'uso alla Pinacoteca. Il personaggio rappresentato potrebbe essere Antonio Cappelli, marito di una allieva del Patini.

  • Fronde morte olio su tela, 67x98 cm, fine 1890.
    Questa è una delle ultime opere del Patini prima della sua morte. E' dipinto un paesaggio naturale abruzzese in cui la natura si prepara all'arrivo dell'inverno. In primo piano il gregge di pecore è in partenza per la transumanza, metafora della partenza del pittore per Napoli.

     

  • Cristo dell'orto olio su tela, 1888.
    Opera che si guadagnò il dissenso della Chiesa, in quanto il Cristo non è rappresentato con i tratti canonici. Il Cristo è anziano, stempiato, ha tratti spiccatamente ebraici come la barba a punta, è rappresentato con un'espressione meditabonda. Il colletto della tunica, infine, è simbologia tipica massonica.

  • Via Paradiso a Castel di Sangro olio su tela, 90x5,58 cm, 1884.
    Tela scelta per l'esposizione nel Padiglione Italia dell'EXPO di Milano dal critico d'arte Vittorio Sgarbi. Patini dipinge una delle viuzze del suo paese natale; la denuncia che fa Patini è inerente all'estrema povertà del tempo: le uniche figure umane presenti nel dipinto sono due bambini cenciosi e scarni ai bordi della strada. Pubblicato per la prima volta come Veduta di un angolo di Castel di Sangro, poi Angolo di Castel di Sangro sotto la "Rupe".

  • Arte e libertà olio su tela, 74x123 cm, 1867.
    Tela di proprietà della Pinacoteca Patiniana, appartenente al filone storico della pittura di Patini. E' rappresentata una scena di fermento popolare all'interno di un palazzo nobiliare; la scena ispira alla celebre rivolta secentesca contro il malgoverno del Viceregno spagnolo che dilagò fino a Castel di Sangro. Si noti la brillantezza dei colori usati e il grande realismo con cui l'autore dipinge con tratti nitidi i dettagli.

  • La morte di Galileo Galilei olio su tela, 120x165 cm, 1860.
    L'opera è ospitata dalla Pinacoteca Patiniana in comodato d'uso: la tela è, infatti, proprietà della Cassa di Risparmio della Provincia de L'Aquila. Il protagonista è Galileo Galilei, rappresentato nel suo studio con gli allievi. Tra le figure raccolte intorno al tavolo ce n'è una che gli studiosi identificano con la figlia di Galilei. L'imminente morte del filosofo è simboleggiata dal braciere in basso a destra nella terra, i cui carboni si stanno spegnendo.

  • Tre orfani olio su tela, 89,5x119 cm, 1875.
    Patini rappresenta un interno povero, contadino, abitato da tre bimbi rimasti orfani. L'atmosfera lugubre traspare dall'uso che l'autore fa dei colori cupi e dagli oggetti tipici che si troverebbero al cospetto di un morto (il crocifisso, il rosario); immagine di disperazione è la bimba in piedi, a destra nella tela, che rivolge gli occhi vuoti allo spettatore. L'unico simbolo di speranza che Patini inserisce è la finestrella in alto a sinistra da cui si intravede un rametto fiorito.

  • Lettura in convento olio su tela, 50x62 cm e L'oratorio olio su tela, entrambi datati tra 1869 e 1872.
    In entrambe le tele Patini rivolge l'attenzione alla vita quotidiana all'interno di un convento francescano; i particolari degli arredi sono dipinti a mo' dei macchiaioli, con i quali l'autore entra in contatto proprio in questi anni. L'atmosfera che traspare dalle tele è serena, i frati sono immersi in una tranquilla lettura o dediti alla preghiera: siamo qui molto lontani dalla povertà e disperazione proprie delle tele di denuncia sociale.

  • Ragazzo grafite su tela, 28x38 cm, 1874.
    Questa è una dei pochissimi disegni del Patini; il modello cui si ispira è probabilmente collegato al suo coetaneo dei "Tre orfani".

MOSTRA BSECONDO PIANO: OPERE DI ALLIEVI E CONTEMPORANEI DEL PATINI

  • Al pascolo di Francesco Paolo Michetti tecnica mista su tela, 41x70 cm, anni '60 del 1800.
    La grande novità dell'opera risiede nella tecnica utilizzata da Michetti: si tratta di un ritratto ispirato da una fotografia dell'epoca. I due pastorelli in primo piano sono sorridenti, in posa per lo scatto del fotografo. In generale le tinte non rimandano alla drammaticità dei quadri di denuncia sociale del Patini, bensì ad atmosfere più rilassate e leggere, proprie dell'ambiente costiero di provenienza del Michetti.

  • Muzio Scevola di Nicola Pitocco olio su tela, 20x16 cm, anni dal 1860 al 1870.
    Tela in cui si rievoca il celebre episodio di cui fu protagonista il soldato romano Muzio Scevola che in un'imboscata al re etrusco Porsenna, uccise per errore un cortigiano; il soldato romano si autopunì bruciando la mano che aveva sbagliato e passando alla storia come esempio di coraggio e virtù romana.

  • Ritratto di Nicola Pitocco di Giocondo Terenzio olio su tela, 30x40 cm, datata intorno alla fine dell'800.
    Ritratto postumo dell'amico e coetaneo di Terenzio, Nicola Pitocco. L'immagine cui l'autore si ispira fu probabilmente ricavata da una fotografia in possesso dei familiari del pittore scomparso; alla tela è stata aggiunta la tavolozza appartenuta a Terenzio. L'opera ha subito in passato gravi danneggiamenti, tutt'ora visibili.

  • La distruzione di Castel di Sangro ad opera delle truppe del Cardinale Colonna di Giuseppe Buzzelli olio su tela, 33x53 cm, 1922.
    L'episodio cui Buzzelli allude è quello della distruzione di Castel di Sangro operata dalle truppe del Cardinale Giovanni della Colonna e Giovanni di Brienne che nel 1228 marciarono contro le truppe dell'imperatore Federico II di Svevia. Gli eserciti entrarono nel feudo di Castel di Sangro difeso dal Conte Rinaldo, ne devastarono i confini e incendiarono il paese.

  • Acqueforti di Salvator Rosa 15x10 cm, 1656.
    Si tratta di 41 incisioni di grande valore, realizzate nel periodo di maggior fioritura del maestro. Furono pubblicate in serie, molto apprezzate e imitate dai giovani artisti dell'epoca. Le figure disegnate rappresentano soldati dai costumi esotici, realizzate con grande attenzione per la fisiognomica; il tratto è rapido e veloce, ben lontano da quello usato nelle composizioni classiche e mitologiche.

TERZO PIANO

  • Sala storica De Petra.
    La sala è dedicata alla famiglia De Petra, antica proprietaria del Palazzo. Ospita alcuni libri antichi inerenti la storia di Castel di Sangro e della famiglia, donati dall'Avv. De Petra e dal Sign. Teti. Si possono ammirare anche antiche fotografie sulla città e la riproduzione dell'albergo genealogico della famiglia De Petra, risalente al 1145.

PIANO INFERIORE

  • Sono qui esposte due importanti collezioni della Pinacoteca Patiniana: la collezione di cappelli d'epoca (collezione Gualino) e la collezione di ventagli antichi. I cappelli, originali, sono fatti a mano con materiale pregiato e risalgono al periodo tra il 1920 e il 1950; i ventagli più antichi risalgono al XIX secolo, realizzati a mano con materiali pregiatissimi, sono stati donati dalla Sig.a Linda Bennati De Dominicis.