SCANNO, UNO DEI BORGHI AUTENTICI E PIU' BELLI D'ITALIA
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PIAZZA SANTA MARIA DELLA VALLE, dominata dal fianco della chiesa omonima, è il centro del traffico turistico ed il principale ingresso del paese. Si ergeva qui la Porta Santa Maria, una delle tre che davano accesso all’abitato, anticamente recintato da mura, abbattuta all’inizio del secolo insieme a Porta della Codacchiola o di S. Antonio. Rimane oggi solo la terza: PORTA DELLA CROCE.
La contigua Chiesa parrocchiale di SANTA MARIA DELLA VALLE venne strutturata nel 1568 sulla medioevale chiesa di S. Maria di Scanno, ricordata nelle bolle di papa Adriano IV del 1156 e di Clemente III del 1188. La facciata rinascimentale ha portale di scuola borgognona (sec. XIV); le porte laterali del sec. XVI, e le finestre tonde che le sovrastano, del 1840, compromettono la semplicità dell’insieme. La parte centrale del rosone, danneggiata dal terremoto di Avezzano del 1915, è la riproduzione fedele, in legno di quella originale. Il campanile, di metri 35, a torre quadrata con cuspide piramidale, è del 1563.
L’interno è a tre navate; la struttura romanica in pietra venne coperta da stucchi durante i restauri eseguiti nel sec. XVII e, soprattutto, in quelli del 1712 resisi necessari dopo i rovinosi terremoti del 1703 e 1706. Le due antiche colonne della chiesa primitiva (sec. XI) e i quattro pilastri quadrangolari in pietra (sec. XVI) sono stati rimessi in luce da un recente restauro (1990), durante il quale sul primo pilastro di sinistra sono apparsi affreschi rappresentanti S. Antonio Abate, datato 1549, e a fianco, più in basso, Madonna col Bambino (sec. XV) e sul pilastro di destra, S. Agata (sec. XVI). Le due acquasantiere sono pregevoli lavori degli statuari Nicodemo Mancini e Loreto di Cicco di Pescocostanzo (sec. XVIII). Degli stessi artisti, su disegno di Ferdinando Mosca di Pescocostanzo, è pure il deposito in marmo di San Costanzo (1765), a destra di chi entra, che contiene le ossa di questo santo, concesse a Scanno da papa Benedetto XIV con bolla del 1753. Il Pulpito e i quattro confessionali in noce sono opere di Ferdinando Mosca (1766). L’altare maggiore, con marmi policromi, fu eretto nel 1732 su disegno di Panfilo Ranalli di Pescocostanzo. A destra dell’altare campeggia uno splendido Fonte battesimale ligneo (sec. XVI-XVII). Degne di nota due tele del sec. XVII: S. Giovanni Evangelista (2° alt. sin.) e Madonna del Rosario (1604) con fregio di quindici medaglioni raffiguranti i misteri del Rosario; nella parete coperta dalla tela sono emerse tracce di affresco medioevale (4° alt. des.). Nel 3° alt. sin. nicchia affrescata con deposizione lignea (sec. XVI).
Usciti dalla chiesa, scendendo per VIA ABRAMI, a sinistra si incontra l’ex CHIESA DEL PURGATORIO, detta anche DELLE ANIME SANTE. Eretta nel 1720 e interdetta nella seconda metà del secolo, fu adibita a teatro pubblico che, nel 1792, veniva giudicato uno dei più importanti del Regno di Napoli. La chiesa, riconsacrata nei primi decenni dell’ 800, intorno al 1860-70 venne nuovamente interdetta. L’edificio, saltuariamente utilizzato fino al restauro del 1988 e recentemente intitolato al filosofo Guido Calogero, è adibito a mostre, sala di riunioni e centro di manifestazioni varie.
Di fronte alla chiesa si ammira la FONTANA SARRACCO (sec. XVI e XVIII) composta di due corpi ad arco: quello a sinistra datato 1549, serviva come abbeveratoio per animali; l’altro certamente di epoca posteriore, con quattro mascheroni e il piano d’appoggio molto alto per permettere alle donne, dopo aver riempito le conche, di collocarsele sul capo senza troppa fatica. Nell’estrema destra si trova murato un bassorilievo raffigurante l’Annunciazione datato 1732. Quasi certamente i quattro mascheroni erano originariamente collocati sull’abbeveratoio (sono rimasti i segni dell’asportazione) e furono posti dove si trovano attualmente quando fu realizzato il secondo corpo della fontana. La tradizione attribuisce ai quattro mascheroni, da sinistra a destra di chi guarda, i seguenti appellativi: Re, Regina, Zoccolante, Cappuccino.
Non lontano dalla ex Chiesa del Purgatorio, in VIA CALATA S. ANTONIO, in un edificio del 1901, originariamente destinato a mattatoio, è collocato il MUSEO DELLA LANA. Esso raccoglie i documenti e gli strumenti della cultura pastorale e la memoria storica del lavoro e della vita quotidiana delle comunità di Scanno e della Valle del Sagittario.
Proseguendo per VIA ABRAMI, si giunge a PIAZZA SAN ROCCO. A sinistra la piccola Chiesa di SANTA MARIA DI COSTANTINOPOLI. Non si consce l’anno della costruzione che deve risalire sicuramente ai primi del 1400. In una iscrizione apposta sul fregio della facciata si legge: YOANNES ET MARINUS DE FAMIGLIA NARDOTI ANNO 1708 anno riferentesi ad un restauro in seguito ai terremoti del 1703 e 1706 che danneggiarono molti edifici scannesi. Vi si ammira uno splendido affresco: Madonna in trono con bambino datato e firmato: DE CIOLLIS A.D. 1418. Non risultando nessun artista di questo nome rimane controversa la questione se il De Ciollis sia l’ autore o il committente del dipinto. La grazia delle linee, la delicatezza dei visi, la vivezza e la pastosità dei colori, riportati alla primitiva freschezza da un restauro del 1981, rendono il dipinto opera degna di ammirazione. Un documento del 1612 attesta che la chiesa era decorata con altri affreschi.
Sulla piazza, all’imbocco della STRADA GIUSEPPE TANTURRI (già CALATA SAN ROCCO) al n. 2 PALAZZO MOSCA (sec. XVI) con bel portale barocco ed un magnifico cornicione con trionfo di putti.
Al di sopra del muraglione che delimita la piazza, si affaccia la CHIESA DI SAN ROCCO detta anche MADONNA DEL CARMINE, perché sede dell’omonima Confraternita. In origine era dedicata al SS. Sacramento; prese il titolo attuale nella seconda metà del ‘600 quando le venne aggregata la Chiesa di S. Rocco, situata nella parte superiore dell’attiguo fabbricato e aveva l’ingresso su Largo dell’Olmo. Subì radicali trasformazioni: i due archi ciechi dovevano far parte di un portico che venne chiuso per collocarvi il portale della chiesa superiore. Nella facciata vi è infissa questa piccola curiosa lapide che, ben leggibile, presenta però al frettoloso turista qualche difficoltà d’ interpretazione: PSSA COSI LA / VITA NRAALMO / NNO IASSA. Risale al sec. XV e fu trovata a Frattura; riporta la massima: Passa così la vita nostra al monno lassa. Il grande affresco raffigurante S. Cristoforo e di Francesco Bettone (1931). Nell’interno : pulpito del sec. XVIII e sulla cantoria l’organo, firmato “Pasquale Moscato feci 1763”. Il Campanile, che male armonizza con le antiche costruzioni che lo circondano, è stato costruito nel 1929 sullo stesso luogo dove s’ innalzava la torre medioevale con l’orologio pubblico, abbattuta nel 1909 durante i lavori per la costruzione della rotabile per Villetta Barrea. Era un raro esempio di torre rettangolare.
A sinistra della chiesa si apre il LARGO DELL’OLMO, che prende il nome dalla pianta sotto la quale si tenevano le pubbliche assemblee popolari. Sulla piazzetta si affacciavano anticamente il Palazzo del Comune e la chiesetta di S. Rocco.
Al di là dell’arco medioevale sormontato dalla Torre Vecchia, zona più alta e più antica, si erge la CHIESA DI S. EUSTACHIO, Patrono del paese, detta anche di S. MARIA DI LORETO. La più importante delle due chiese che Scanno aveva nel medioevo; come l’altra di S. Maria di Scanno, è ricordata nelle due bolle corografiche del 1156 e 1188 già citate. Fino a metà del Cinquecento fu chiesa parrocchiale e, in memoria di tale antica dignità, si costumava qui investire il nuovo Parroco. Come ricorda una lapide posta all’interno, sulla porta d’ingresso, la chiesa venne demolita nel 1693 e ricostruita nel 1712 a spese della Comunità. Della costruzione primitiva è stato conservato il portale di marmo. Nell’interno: statua della Madonna con il volto bruno (sec. XV); statua lignea di S. Eustachio scolpita nel 1715 da Giovanni Manzoli di Brittoli. Chiesa suggestiva per le sue linee architettoniche, è arricchita, oltre che dalle ben calibrate decorazioni barocche, soprattutto da un raro esemplare di organo a mantice, ancora efficiente, installato tra il 1698 e il 1712.
Da PIAZZA DELL’OLMO osserviamo la mole imponente del PALAZZO DI RIENZO (sec. XIX) costruito sull’area dell’antico palazzo feudale. Esso custodisce opere e documenti su Scanno, una raccolta di monete e residui di scavo, il quadro di Teofilo Patini, Le Orfanelle, un piatto in ceramica del sec. XVIII nel quale è raffigurata una coppia di Scannesi in costume. A sinistra del palazzo, si rileva una trifora quattrocentesca, resto dell’antico palazzo feudale scomparso.
Seguendo VIA SILLA, a destra, troviamo la Chiesa di SAN GIOVANNI BATTISTA, sede dell’attuale MUSEO DELL’ARTE SACRA. L’iscrizione posta sulla facciata afferma che la chiesa venne fatta erigere nel 1631 da Giuseppe e Antonio Ciancarelli ma tale data deve intendersi quella di un radicale restauro. La costruzione dovette avvenire, al più tardi, nella prima metà del Cinquecento: lo provano due date, apposte una sull’altare (1540), l’altra sulla finestra della sacrestia (1545). Sulla facciata a sinistra dell’ingresso vi è murata una lapide alla quale si sono interessati molti studiosi, a proposito di un nome che ivi si legge "Betifulo" che si opinò fosse l’antica Scanno. Sulla porta d’ingresso lo stemma della famiglia Ciancarelli, composto da una gamba ( in dialetto cianca) di gambero e il motto “ pungo non ungo!”. Nell’interno notiamo un atrio romanico a tre archi, sull’altare la statua di S. Giovanni Battista. Gli affreschi, del 1698, raffiguranti La nascita e La decapitazione del santo, vennero alla luce nel 1949 durante i lavori di ripulitura e furono restaurati da Nicola Berardi di Scanno.
Sulla stessa via, palazzi settecenteschi. Scendendo a sinistra, per il VICOLO ISTOFUMO , ci si immette nel rione omonimo, una delle zone più interessanti, grazie ai numerosi archi e alle cimmose, motivi architettonici prettamente medioevali. Sulla piazzetta si ergeva una cappella dedicata a S. Maria di mezzo agosto.
Tornando in VIA SILLA, alla confluenza con VIA CIORLA, l’ex CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE (sec.XVI), abbandonata agli inizi del secolo scorso.
A sinistra della chiesa si ammira L’ARCO DELLA NOCELLA, armonioso nelle sue parti. In origine questi archi venivano costruiti per unire e tener saldi due edifici tra loro affinchè potessero resistere ai frequenti terremoti. In tutto il paese se ne contano circa venti.
Per l’attigua VIA CIORLA, salendo, si raggiunge PORTA DELLA CROCE, l’unica rimasta. La porta immette su VIA NAPOLI , al culmine della quale esisteva l’antico cimitero con una chiesetta dedicata a S. Marta.
Risalendo per VIA CIORLA, al n. 5, la Chiesa di S.ANTONIO ABATE O BARONE. Piccola chiesa appartenente ad un’antica Abazia che sorgeva fuori della cinta muraria di Scanno, fondata nel Medio Evo dall’Ordine dei Chierici Ospedalieri di S. Antonio di Vienne. La chiesetta è anteriore al secolo XVI. La lapide del 1569 si riferisce al restauro. Passata in seguito in possesso del Reale Ordine Costantiniano di S. Giorgio venne ceduta nel 1837 in enfiteusi perpetua con facoltà di riscatto ai fratelli Nunzio e Francesco Di Rienzo. Nel 1850 venne ricostruita dai fratelli Antonio e Adriano Di Rienzo, i quali ripristinarono l’antica usanza della distribuzione delle “Sagne” il 17 gennaio, festa del Santo, che vengono cucinate sullo spiazzo antistante. L’ultimo restauro completato nel 2000 è stato condotto dalla parrocchia Santa Maria della Valle con l’intervento della Regione Abruzzo e con il contributo determinante della Famiglia Giovanni Maiorano.
Al n. 3 il seicentesco PALAZZO TANTURRI DE HORATIO con eccellenti motivi architettonici rappresentati dall’elegante portale in marmo (sec. XVIII), apposto successivamente dai baroni de Angelis, dalle finestre e dai soffitti interni con volte a crociera ed in legno. Si ammiri la piccola e suggestiva corte. Al n. 1 il corpo aggiunto del fabbricato che risale ai primi del XIX secolo. Sulla facciata le lapidi che ricordano Vincenzo e Domenico Tanturri dettate l’una da Giovanni Bovio e l’altra da Alfonso Colarossi-Mancini. La stessa famiglia dette anche i natali a Giuseppe, storico e naturalista, che scrisse la prima storia di Scanno, Ercole, giureconsulto insigne, e Vincenzo jr. medico di fama internazionale.
Traversata VIA DE ANGELIS, ( si scenda per Via Federico Ciarletta) a sinistra, la CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE, sede della Confraternita omonima. La chiesa era annessa al Collegio delle Scuole Pie, retta dagli Scolopi. Fu fondata nella prima metà del 1700 con il lascito dei medici scannesi Donatangelo ed Alessandro Roscelli i quali donarono anche la loro casa ed un locale allora adibito a farmacia. L’interno, in leggero ed elegante barocco, è a pianta ottagonale; ha un organo di Alberico Profio del 1873. I due altari laterali sono dedicati a S. Giuseppe Calasanzio (destra) e a S. Francesco di Paola (sinistra); quest’ultimo con tela di Andrea Manei (1767), l’altro di Domenico Raimondi (1764). Sull’altare maggiore vi era collocata la Circoncisione. Due affreschi ornavano il presbiterio, rappresentanti il Figliuol Prodigo e L’Arcangelo San Michele, trasportati ora sulla porta della sacrestia. Nel 1934 la chiesa fu restaurata da Arcangelo Centofanti di Scanno e da Ballerini, del quale sono pure i quattro evangelisti affrescati nella volta.
Traversata VIA ABRAMI, si imbocca VIA DEL VALLONE, interamente costeggiata da tipiche costruzioni settecentesche, adorne di bei portali, specie quello del n. 48. Si scenda a sinistra per giungere in PIAZZA SANTA MARIA DEL LAGO già DELLA CODACCHIOLA. E’ opinione che il nome di Codacchiola le sia derivato dal fatto che l’ incremento edilizio, nel Cinque-Seicento, essendosi sviluppato lungo questa, faceva si che da lontano apparisse come una piccola coda apposta all’ antico nucleo del paese.
Fa da sfondo alla piazza il PALAZZO SERAFINI (sec. XVII); sovrasta il portone lo stemma della Famiglia composto da tre serafini. Imboccato il vicolo adestra del palazzo non possiamo non ammirare il bel palazzetto che è alla nostra sinistra, dalle pure linee settecentesche, con ancora due lanterne ai lati del portone e un affresco purtroppo molto deteriorato, in alto, sotto le finestre, un curioso e raro esempio di feritoie, dalle quali, innestandovi un fucile, si poteva far fuoco senza esser visti, né colpiti: tipico mezzo di difesa dai briganti che in quei tempi non scarseggiavano.
Poco distante si ergeva la Porta S. Antonio. Al suo fianco la Fontana detta del PISCIARELLO (sec. XVIII) , sormontata da uno stemma con tre torri e il motto: UNIVERSITAS TERRAE SCANNIS. Lo stemma ricorda come nel 1420 circa, causa le dure vessazioni dei signori e le continue guerre, due centri, Iovana e Collangelo, appartenenti al circondario di Scanno, per le tristi condizioni in cui furono ridotti, si videro costretti ad abbandonare i rispettivi luoghi ed unirsi al nostro paese formando così la ricordata Universitas Terrae Scannis.
La vicina Chiesa di SANT’ANTONIO DI PADOVA segna l’ultima tappa della visita al paese. Venne eretta nel 1590. La facciata presenta identici caratteri di quella di S. Maria della Valle, ma di minori proporzioni; similmente è del rosone, il quale decide in modo assoluto della provenienza comune delle due facciate da uno stesso maestro. Il portale, eseguito nel 1596, intona meglio con la facciata, molto più del portale borgognone della chiesa parrocchiale. L’interno è ad una navata; la decorazione è tutta stucchi ed ori: di stucco sono pure le colonne binate che fiancheggiano i sei altari laterali e le dodici statue delle Virtù. I tre affreschi del soffitto, di notevole pregio artistico sono opere di G.B. Gamba, del secolo XVIII; rappresentano: il transito del Patriarca di Assisi, S.Antonio e S. Bonaventura che si cibano del Pane Celeste per mano Angelica, sotto i cenni della SS. Trinità. Ancora di pregevole una Annunciazione (2° altare di sinistra) della fine del Cinquecento (copia dello stesso quadro si trova nella Parrocchiale). L’Altare di S. Antonio (2° a sinistra) è quello antico (1602) restaurato e adattato, senza però alterare la linea primitiva. Nel 1944 si costruì l’altare in onore di S. Francesco d’Assisi (2° di destra, architetto Liborio Caranfa 1901-1963 di Scanno), in legno noce. Esso occupa l’area del precedente dedicato alla Deposizione e , come per quello di S. Antonio, venne lasciata ugualmente inalterata la linea architettonica primitiva. Sotto la mensa è stata ricavata una nicchia dove è collocata l’urna di S. Filomena. Il Convento, già sede dell’antico ospizio di Scanno, venne abbandonato nel 1806 in seguito alla soppressione napoleonica delle congregazioni religiose. Nel 1835, per volontà della popolazione, il locale venne riadattato e messo a disposizione dei Frati Minori Riformati. Soppresso definitivamente nel 1865, venne venduto a privati. Dal 1938 ospita nuovamente i Frati Minori. In ricordo del primo decennale del ritorno dei Religiosi, si eresse, nel 1948, la Croce Obelisco, sita sulla piazza antistante la Chiesa (architetto Liborio Caranfa). Nel 1988, in occasione del Cinquantenario della stessa ricorrenza, la Croce obelisco venne sostituita con la statua bronzea di S. Francesco. Nel 2002 l’obelisco in pietra è tornato al posto originale e la statua del Santo è stata situata nel nuovo piazzale denominato LARGO S. FRANCESCO.