ROCCA PIA

 

DESCRIZIONE

Roccapia005 600x399Piccolissimo paesino, Rocca Pia appartiene alla Comunità Montana Alto Sangro e all'Altopiano delle Cinque Miglia e del Parco Nazionale della Majella, la storia racconta che nell'Altopiano dell Cinque Miglia in passato a causa delle avverse condizioni metereologiche le persone morivano per le numerose bufere di neve, infatti il paese ha avuto diverse denominazioni, inizialmente era Florina, poi Vallescura o Roccavallescura.

Meta ideale per gli appassionati della natura incontaminata e per coloro che vogliono una fuga dal mondo cittadino per trovare un modo per rigenerarsi.

Rocca Pia , data la vicinanza con Roccaraso e con gli impianti sciistici di Monte Pratello Aremogna, e' meta turistica legata agli sport Invernali. .In pochi minuti si raggiungono gli impianti per le attività legate alla neve. Al ritorno si vive in pieno l'atmosfera tranquilla del borgo montano, situato lungo la strada che collega Sulmona con Roccaraso e con la zona dell'Alto Sangro. Rocca Pia si trova all'interno di una stretta valle. Il territorio è molto vasto e quasi completamente montano e comprende inoltre la quasi totalità del Piano delle Cinquemiglia, una distesa pianeggiante priva di insediamenti, utilizzata prevalentemente per il pascolo estivo, per gli sport invernali e come base di partenza per interessanti escursioni in direzione dei rilievi che la cingono. Il territorio di Rocca Pia mostra per intero il proprio caratteristico paesaggio montano abruzzese, con pareti strapiombanti, creste, canaloni, gole di erosione, falde detritiche, carsismo, ecc. Il suo territorio , esteso sino al piano delle Cinquemiglia, presenta caratteristiche climatiche particolari dovute all'altezza (mt. 1100), oltre a bellezze naturali e spunti architettonici particolari, dato che il paese conserva l'aspetto urbanistico tipico dei borghi medievali , sviluppati lungo una via di transito. L' architettura presenta loggiati e arcate, spesso all'ultimo piano, ben conservati e visibili presso gli edifici storici presenti nel centro. Caratteristiche le piccole scalinate esterne (vignale) con pianerottolo coperto.

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Rivisondoli

Descrizione e storia

PanoramaRivisondoli è un comune italiano di 688 abitanti della provincia dell’Aquila in Abruzzo. È un noto centro turistico, rinomato per la pratica degli sport invernali e per le escursioni naturalistiche. Questo antico borgo medievale fortificato infatti posto ad una altitudine di 1.320 m. s.l.m., sorge, in un contesto ambientale splendido, sull'altopiano delle Cinque Miglia, ai piedi del Monte Calvario (1.743 m.).

Insieme alla vicinissima Roccaraso forma uno dei più noti, attrezzati e frequentati comprensori sciistici dell'intero Appennino. Il territorio comunale, sul quale è dislocata una popolazione di circa 700 abitanti (quasi tutti residenti nel capoluogo), fa parte del Parco Nazionale della Majella.

Il centro storico conserva un patrimonio storico-artistico recente, poiché il devastante terremoto del 1706 e un successivo pauroso incendio verificatosi verso la fine del XVIII secolo distrussero quasi interamente il nucleo abitato più antico. Il monumento più importante del paese è la scenografica chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari, riedificata nel 1931 sullo stesso luogo dove sorgeva la precedente.

Rivisondoli ha acquistato fama, nel corso degli anni, per la celebre rappresentazione del "Presepe vivente", la cui prima edizione risale al lontano 1951. La manifestazione, una delle più suggestive d'Abruzzo, alla quale assistono migliaia di turisti, si svolge il 5 Gennaio di ogni anno e la figura del Bambino è riservata all'ultimo nato del paese.

La presenza dell'uomo durante la preistoria è dimostrata da strumenti litici ritrovati nel territorio comunale e da tratti di mura poligonali (oggi non più visibili) che furono rinvenute in località Serra Castellaccio. Non sono stati ritrovati reperti che possano attestare la presenza di un abitato in età romana. La prima citazione storica di esso risale solo al 724 ed è rappresentata da un cenno contenuto nel Diploma di Grimoaldo II duca di Benevento, che fa riferimento a un Rigu Sundulum.

Tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII, il paese andò acquistando la tipica fisionomia di borgo arrampicato, praticamente avvinghiato alla roccia, centrale rispetto alle aree coltivabili ed alle zone adibite a pascolo che tornavano ad essere decisive per l'economia ed il progresso sociale del luogo, il quale, finita l'epoca delle invasioni, cominciava di nuovo a fiorire grazie alla ripresa della transumanza.

Il nucleo del borgo arroccato che sempre di più si sviluppò dal 300 in poi è ancora oggi evidente e presenta una struttura urbana raccolta, con edifici che s'affacciano su un sistema viario reticolare originario, fatto di stradine a scalinate che assecondano perfettamente il ritmo del pendio, e provvisto di un particolare tipo di cinta muraria (case a schiera).

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Pescasseroli

Cenni Storici

5Testimonianza viva e concreta della più antica storia del paese sono i ruderi del castello comunemente chiamato Castel Mancino. Gli storici marsicani Febonio e Corsignani ritengono che l’antica città dei Marsi Plistia, distrutta dal dittatore romano Valerio Massimo nel 302 a.C., doveva trovarsi proprio dove oggi si possono osservare  i resti del castello di Pescasseroli. Questa interessante e affascinante ipotesi però non può godere del sostegno di solide prove storiche e archeologiche.

Successivamente un nuovo borgo si sarebbe sviluppato a valle, intorno all’anno mille, attorno all’Abbazia di S. Paolo. Il paese, insieme alla sua chiesa, lo troviamo citato per la prima volta in una bolla del 1115 di Papa Pasquale II. Durante tutto il periodo medievale il paese  è soggetto al patronato di varie famiglie appartenenti alla nobiltà dell’epoca: Borrello, Di Sangro e D’Aquino. Anche durante l’epoca moderna il territorio di Pescasseroli vede succedersi diversi possessori.

Alla fine del XVIII secolo l’ultimo barone del paese,  Andrea Massa di Sorrento, vende le sue proprietà  ad un’emergente famiglia della nuova borghesia, i Sipari.

La famiglia Sipari la troviamo a Pescasseroli a partire dal 1600, dedita soprattutto ad attività riguardanti la pastorizia e la conciatura di pelli, con il tempo riesce ad accrescere notevolmente il proprio prestigio economico e sociale.

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Opi

7901 4 PNALMSituato in uno splendido anfiteatro naturale, circondato da rigogliose montagne ricche di boschi, Opi conserva ancora oggi le caratteristiche di antico borgo medioevale singolare per la posizione e l'aspetto di grande interesse archeologico.

Le prime notizie relative all'origine del nome di questo piccolo borgo, le troviamo in una raccolta anonima pubblicata alla fine del secolo scorso. Alcune di queste notizie, legate ad antiche credenze mitologiche fanno risalire il nome Opi alla dea romana della terra OPE, sorella e moglie di Saturno, figlia del Cielo e di Vesta; altre ad Opice, sacerdotessa del tempio di Vesta, uno dei cinque Templi che costituivano un santuario nel monte ora abitato. L'ipotesi più attendibile sembra essere però quella secondo cui il nome derivi dal termine latino OPPIDUM, ossia castello fortificato; infatti, la struttura del borgo, risalente all'anno mille, con le abitazioni costruite l'una accanto all'altra sul ciglio delle rocce, determina una cinta muraria a salvaguardia del paese.

L'insediamento umano nel territorio di Opi ha origini remote.
Questo fatto è testimoniato dal ritrovamento di resti un centro fortificato nel luogo dove sorge il borgo, dai tanti reperti archeologici rinvenuti nella Necropoli della Val Fondillo e dai resti di un probabile tempio nelle località "casali" e "Fonte delle Lecina".
Inoltre sembra che i Volsci, intorno al III sec. a.C. siano entrati nel territorio di Opi dal versante laziale, attraverso il passo di Forca d'Acero, per insediarsi tra le località "Molino di Opi", Barrea e l'imbocco della Val Fondillo. Molti sono i motivi che fanno pensare ad una "Opi città sacra" come le denominazioni di antichissime ed ancora vive sorgenti quali la Fonte di Giove, la Fonte Vertuno, e la Fonte Triareccia (in onore della dea Luna considerata triforme) e la lapide murata sulla base del campanile della chiesa di Santa Maria Assunta sulla quale è inciso "sacerdos cerealis" ossia Sacerdote di Cerere, dea romana della terra e delle messe, che lascia supporre l'esistenza di un edificio dedicato al culto della dea.

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Barrea

Descrizione

valdiroseBarrea è un piccolo borgo dell’Abruzzo, arroccato su uno sperone roccioso di montagna e caratterizzato da paesaggi montuosi, distese di boschi di faggio e corsi d’acqua cristallina. Importante località turistica, appartiene alla Comunità Montana Alto Sangro e all’Altopiano delle Cinque Miglia ed è uno dei centri principali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Meta ideale per gli appassionati dell’escursionismo, dal suo centro abitato parte una fitta rete di sentieri che conduce alle principali attrazioni della zona, tra cui si annoverano: il lago Vivo, il lago Pantaniello, il lago di Barrea e il rifugio Resuni. La cima più alta, quella del monte Greco, raggiunge i 2249 metri di altitudine.

Molto suggestivo il centro storico che conserva ancora intatte le tracce di un antico passato in cui veniva utilizzato come incastellamento a scopo difensivo.

Il nome Barrea, documentato come Barreiam nel 1150-1165, richiama una base prelatina *barr- che potrebbe significare "burrone", "dirupo" e ha riscontro nei nomi personali latini Bar(r)ius, Barrus. L'etimologia consueta rimanda invece al latino Vallis Regia (valle del re) forma peraltro attestata nel 1320.

La cultura popolare di Barrea conserva ancora tracce dell’antica civiltà agro-pastorale che ha caratterizzato la vita civile e religiosa del paese da tempo immemorabile. Anche se questa cultura con le sue tradizioni, riti, cerimonie e credenze, sta progressivamente scomparendo.

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VILLETTA BARREA

DESCRIZIONE

7930 4 PNALML'ubicazione di Villetta Barrea all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è certamente un elemento di forte attrattività per il paese che ospita moltissimi visitatori. Il patrimonio del territorio consiste in una grande ricchezza di opportunità collegate alle diverse stagioni.

La primavera è la stagione dei fiori in cui è possibile godere di colori e profumi, imparare a riconoscere le erbe selvatiche e i canti degli uccelli, organizzare magnifiche passeggiate a piedi, a cavallo e in bici, nonché tour automobilistici nei tre versanti del Parco.

In estate si possono alternare escursioni in montagna e bagni al lago con gite in auto, in bici, a cavallo nei paesi ricchi di arte e tradizioni. Ci si può dilettare facendo il formaggio con i pastori e assaporando la ricotta quando è ancora calda, partecipando alle feste patronali con spettacoli musicali per tutti i gusti; si può passeggiare tranquilli al fresco del mattino, nei limpidi pomeriggi, nelle serate stellate, o concedersi deliziosi pranzi ricchi di sapore locale.

In autunno il colore di fuoco dei boschi e il bramito dei cervi in amore costituiscono lo scenario ideale per i fine settimana.

Nel lungo inverno, da dicembre ad aprile, la stagione di sci non costituisce l'unica appassionante motivazione per venire nel territorio, poiché tante sono le altre iniziative per trascorrere giornate felici.

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CIVITELLA ALFEDENA

DESCRIZIONE

civitella alfedena 13 015 1Il turista che visita Civitella per la prima volta resta subito affascinato dalle forme graziose ed armoniose dell'architettura, che lascia intravedere ancora case in pietra e vicoli strettissimi in cui "perdersi" durante una passeggiata all'insegna della tradizione.
Sorge alle pendici del Monte Sterpi d'Alto, che rappresenta solo l'inizio di quel meraviglioso spettacolo che si apre subito alle spalle del grazioso borgo: l'anfiteatro della Camosciara (Zona di Riserva Integrale del Parco). Ai piedi del paesino, il Lago di Barrea, facilmente raggiungibile con una passeggiata pedonale che attraversando la Pineta porta al Ponte Vecchio e quindi sulle sponde del lago. È il paesino più piccolo della vallata con soli 316 abitanti che vivono ad un’ altitudine di 1.121 metri slm.

Il paese di Civitella Alfedena è situato ai piedi di imponenti gruppi montagnosi (Monti Meta, Greco, Godi e Marsicano), del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in un declivio prospiciente il lago di Barrea.
Nel suo territorio montuoso, ricoperto da rigogliose foreste tra le più suggestive degli Appennini, è situata la più grande Riserva Naturale Integrale d’Italia “Camosciara - Feudo Intramonti”, rifugio di una grande varietà di flora e fauna un tempo presenti su buona parte delle montagne e vallate italiane, costituisce la zona più importante del Pnalm dal punto di vista ecologico, naturalistico e paesaggistico. La magia dei boschi, vivacemente colorati d’autunno o ammantati di neve, il luccicare del sole dietro una cresta, il fascino di un safari fotografico nel regno del camoscio o sulle tracce dell’orso. E poi il silenzio, il grande silenzio della montagna, rotto improvvisamente dall’ululato di un branco di lupi. Sono alcuni flash di emozioni vissute durante una qualsiasi escursione che parte dal paese. Addentrarsi a piedi con la classica escursione o il trekking, con il cicloturismo o in mountain bike, con le ciaspole o gli sci ai piedi, con il cavallo o il mulo, con la canoa o il kayak, alla scoperta di boschi e vallate o di una insolita visuale dell’acqua, sono certamente il modo più ecologico e pulito per conoscere da vicino il territorio in tutti i suoi aspetti. Civitella offre ampie possibilità di escursione e svago in un ambiente salubre e distensivo e sicuramente uno dei punti più importanti di partenza per i sentieri del Parco.

Per quanto riguarda i centri del Parco, siti in Civitella, ci sono il centro lupo con museo e ufficio di zona, l’area faunistica del lupo, l’area faunistica della lince.

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SCONTRONE

Scontrone 01

DESCRIZIONE

Scontrone, il borgo di luci, acqua e pietra nell’Alta Valle del Sangro fa parte della rete dei Borghi Autentici d’Italia e dell’Associazione Comuni Virtuosi. Collocato in uno scenario unico di estrema bellezza, vanta una storia millenaria.

Il pittoresco paesino di Scontrone sorge su uno sperone del Monte Tre Confini, alla sbocco della gole del fiume Sangro. Il centro abitato è situato a 1038 metri d’altitudine sulla riva sinistra del fiume, in una posizione strategica in quanto posto al confine con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e vicinissimo agli impianti di risalita di Roccaraso, il più importante comprensorio sciistico del centro-sud. Il paese è costituito dal borgo centrale, arroccato sul crinale montano, e dal villaggio nella pianura, Villa Scontrone, più riparato e verdeggiante.

L’origine del toponimo, alquanto incerta fino a pochi anni fa, è stata di recente ben messa in luce dall’Istituto di Glottologia dell’Università di Chieti. Si tratta probabilmente di un antroponimo di origine germanica, probabilmente longobarda, dato il culto locale per S. Angelo, indicante possessore del territorio e cioè ex Guinterio, Squinterio con formazione dell’aggettivo prediale Squinteriano ed infine Squintrione.

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PALENA

DECRIZIONE E LUOGHI D'INTERESSE

palena 8Palena è un piccolo borgo nella provincia di Chieti, una realtà montana animata da poco meno di 1.500 abitanti, che è anche stata un microlaboratorio della storia nazionale: santi, eremiti, guerrieri, re, ma anche artisti, letterati, artigiani che hanno dato vita alla storia ed alla cultura di questo luogo.

Il territorio di Palena è costantemente frequentato dall’Orso bruno marsicano, di più piccole dimensioni, sottospecie autoctona appenninica: la visita e la familiarizzazione dei cittadini e dei turisti con le orse dell’area faunistica favorirà anche una buona convivenza con gli orsi “liberi” del Parco della Majella.

Palena è sede di numerosi luoghi d’interesse che possono essere raggruppati in altrettanti sottogruppi:

  • Palena naturale comprendente il geosito e le sorgenti dell’Aventino; l’area faunistica; il museo geopaleontologico dell’Alto Aventino ed il museo dell’Orso Marsicano.

  • Palena di santi ed eremi con la chiesa di San Falco e Sant’Antonino Martire; la chiesa di San Francesco; la chiesa e fontana di San Cataldo e l’eremo della Madonna dell’Altare.

  • Palena barocca con la Chiesa della Madonna del Rosario e il convento di Sant’Antonio.

  • Palena medievale, con il castello Ducale; il belvedere Morriconi; la Forca Palena; il quartiere medievale; l’eremo della Madonna dell’Altare.

  • Palena e le sue manifatture la gualchiera, il palazzo Recchione, il palazzo Margadonna, il palazzo Villa, l’antica bottega di ceramica e la suggestiva stazione ferroviaria.

  • Ed inoltre la castelletta, la chiesa della Madonna del Carmine, la fontana municipale e il teatro Aventino.

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ATELETA

DESCRIZIONE

ateletaAteleta è un comune di 1.174 abitanti, parte della Comunità Montana Alto Sangro e Altopiano delle Cinquemiglia. La superficie comunale è di 4.169 ettari e comprende il nucleo abitato del capoluogo e le frazioni di Carceri Alte, Carceri Basse e Sant'Elena.

Ateleta è il comune più orientale e meridionale della provincia dell'Aquila, posta su territori della sponda sinistra del fiume Sangro, a un'altitudine compresa tra i 737 metri della stazione ferroviaria e i 1.883 metri di Monte Secine. La montagna ateletese per antonomasia è, appunto, il Monte Secine, ma è frequentata d'estate anche la zona del Monte dell'Ellera (Merzoni) che raggiunge l'altezza di 1.481 metri. Il Monte Secine domina la vallata dove scorre il Sangro, dove si ritrovano centinaia di pescatori di trota e dove un tempo si trovava il gambero d'acqua dolce.

Folti boschi ricoprono colline e pianori; cerri, faggi e alberi a foglia caduca colorano il paesaggio, particolarmente suggestivo nella stagione autunnale. Nel sottobosco si trovano prataioli, spinareie, talora anche porcini, e soprattutto i tartufi, di cui questa terra è particolarmente ricca.

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ALFEDENA

DESCRIZIONE

Alfedena 03Da antico centro sannitico circondato da monti, oggi il paese di Alfedena (Fëdena nel dialetto locale), conosciuto anche come il paese dei dottori poiché in passato aveva una alta percentuale di laureati in rapporto al numero di abitanti, oggi è un comune di 870 abitanti, parte della Comunità Montana Alto Sangro ed Alto Piano delle Cinquemiglia e del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Esso sorge a più di 900 m. s.l.m.; più precisamente, il territorio comunale è compreso tra un'altitudine minima di 850 metri (al confine con Villa Scontrone), ed una massima di 2242 metri (vetta di Monte Meta).
L’attuale abitato si erge come borgata annessa al Castello del principe Caracciolo di Cellamare, situato su una roccia staccata dal monte S. Nicola.

È il comune situato più a sud della provincia dell'Aquila e dell’intera regione Abruzzo, al confine con la provincia laziale di Frosinone e quella molisana di Isernia, pertanto è uno dei due comuni abruzzesi, insieme a Valle Castellana, il cui territorio è confinante con due regioni.

L’abitato è attraversato dal fiume Rio Torto affluente del Sangro ed emissario del Lago Montagna Spaccata, situato a monte a quota 1100 m., bacino realizzato, nella seconda metà degli anni 50, sbarrando con una diga a botte una frattura tettonica, da cui deriva il nome e nelle cui acque purissime è permessa la pesca e la balneazione.

Più in alto ai piedi della catena appenninica il Pianoro Campitelli è il paradiso degli amanti dello sci nordico, nei periodi invernali e il punto di partenza di uno degli itinerari più belli dell’area del Parco Nazionale per poter raggiungere il Monte Meta e la catena delle Mainarde.

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castel di sangro

Descrizione e storia

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Castel di Sangro è considerato il comune principale dell’intero comprensorio altosangrino ed è sede della Comunità Montana dell’Alto Sangro e dell’Altopiano delle Cinquemiglia. Posto in parte sul declivio di una rupe, offre la vista di una zona moderna sormontata da un nucleo storico costituito da vecchie case e dominato dall’imponente e magnifica mole della Basilica di S. Maria Assunta in Cielo.

Castel di Sangro vanta origini antichissime : sulla rocca i resti di una poderosa cinta poligonale testimoniano ancora quello che fu un oppidum sannitico, divenuto poi municipio romano col nome di Aufidena, distrutto al tempo delle invasioni barbariche. Il primo insediamento medievale sorse intorno all’anno 1000 col nome di Castrum Sangri sul declivio che sovrasta la zona moderna, per poi espandersi a piedi della rupe a partire dal XIV secolo e soprattutto durante il dopoguerra. Castel di Sangro occupava una posizione molto favorevole per il commercio, all’incrocio di importantissimi tracciati stradali e percorsi naturali, in particolar modo la Via Degli Abruzzi, che ne favorirono ed incrementarono lo sviluppo economico e culturale. I frequenti fenomeni sismici assieme alle guerre hanno fortemente influenzato nei secoli l’esistenza di questo centro cittadino che Carlo III Borbone nel 1744 elevò a “città”. Trovandosi sulla direttrice della “Linea Gustav” Castel di Sangro fu bombardata e distrutta nel 1943, nonostante questo la cittadina vanta un centro storico e dei monumenti ben conservati.  

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roccaraso

Descrizione e storia

Roccaraso è un comune italiano di 1 630 abitanti della bassa provincia dell'Aquila in Abruzzo. Situata ai margini meridionali dell'Altopiano delle Cinquemiglia, appartiene alla Comunità montana Alto Sangro e altopiano delle Cinque Miglia. I suoi impianti sciistici, appartenenti al comprensorio sciistico dell'Alto Sangro, la rendono tra le maggiori stazioni turistiche montane dell'intero Appennino.

Roccaraso sorge intorno all'anno 1000 nei pressi del torrente Rasinus, da cui prende il nome di Rocca Rasini. Si sviluppa come borgo agricolo, pastorale e artigianale, consentendo alla sua popolazione una vita serena e prosperosa. Nel 1706 il terremoto della Majella danneggiò il borgo.

Mausoleo ai caduti della strage di Pietransieri dei nazisti (21 novembre 1943)

Verso la fine dell'ottocento, l'apertura del collegamento ferroviario con Napoli comincia a portare i primi turisti, attratti dalla bellezza dell'ambiente naturale, e soprattutto dalla possibilità di attivare un comprensorio sciistico da parte degli abitanti, accolti nei vari alberghi che in quell'epoca cominciavano a sorgere.

Una brusca battuta d'arresto si ebbe con la seconda guerra mondiale. Roccaraso si trovava proprio sulla direttrice della linea Gustav (1943), il sistema di fortificazioni con cui i tedeschi cercarono di fermare l'avanzata degli Alleati dopo lo sbarco a Salerno. Il paese venne completamente raso al suolo dai bombardamenti, che causarono tra l'altro la perdita del teatro costruito nel 1698, uno dei più antichi d'Italia, e della chiesa madre assieme alle storiche case e alla torre civica, ultimo resto dell'antico castello. Inoltre nel borgo vicino di Pietransieri il 21 novembre del '43 venne perpetrata una strage civile della popolazione intera da parte dei nazisti, dopo il mancato rispetto dell'ordine di abbandonare il paese per le operazioni belliche.

Roccaraso è tra le Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'oro al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni (culminate nell'Eccidio di Pietransieri) e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda guerra mondiale.

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Pescocostanzo

Descizione e storia

IMG 20170622 WA0011Pescocostanzo ha saputo recuperare l’antico ruolo, accreditandosi definitivamente come meta di turismo arte e cultura, oltre che di soggiorno estivo ed invernale. Tra immensi e silenziosi pascoli che sono alla base dell’insediamento umano e dello sviluppo dei centri sorti in questi luoghi, a 1.400 s.l.m. è situata Pescocostanzo. La lavorazione del merletto a tombolo, quella della filigrana e del ferro battuto, rappresentano un punto di forza dell’offerta turistica locale. Centro di antica origine e luogo di intensa civiltà, può vantare una favorevole temperie culturale, esemplata dall’eccezionale patrimonio di monumenti rinascimentali e barocchi a testimonianza della straordinaria vicenda artistica e culturale che sviluppò soprattutto tra il 1440 e 1700. La tradizione artigiana è riuscita a rimanere viva e a salvare il patrimonio di esperienza, capacità tecnica, stile e qualità.

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