Barrea
Descrizione
Barrea è un piccolo borgo dell’Abruzzo, arroccato su uno sperone roccioso di montagna e caratterizzato da paesaggi montuosi, distese di boschi di faggio e corsi d’acqua cristallina. Importante località turistica, appartiene alla Comunità Montana Alto Sangro e all’Altopiano delle Cinque Miglia ed è uno dei centri principali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Meta ideale per gli appassionati dell’escursionismo, dal suo centro abitato parte una fitta rete di sentieri che conduce alle principali attrazioni della zona, tra cui si annoverano: il lago Vivo, il lago Pantaniello, il lago di Barrea e il rifugio Resuni. La cima più alta, quella del monte Greco, raggiunge i 2249 metri di altitudine.
Molto suggestivo il centro storico che conserva ancora intatte le tracce di un antico passato in cui veniva utilizzato come incastellamento a scopo difensivo.
Il nome Barrea, documentato come Barreiam nel 1150-1165, richiama una base prelatina *barr- che potrebbe significare "burrone", "dirupo" e ha riscontro nei nomi personali latini Bar(r)ius, Barrus. L'etimologia consueta rimanda invece al latino Vallis Regia (valle del re) forma peraltro attestata nel 1320.
La cultura popolare di Barrea conserva ancora tracce dell’antica civiltà agro-pastorale che ha caratterizzato la vita civile e religiosa del paese da tempo immemorabile. Anche se questa cultura con le sue tradizioni, riti, cerimonie e credenze, sta progressivamente scomparendo.
Storia
Il territorio dove oggi risiede il borgo si ritiene fosse frequentato già in epoca preistorica, come testimoniano gli importanti ritrovamenti di alcune necropoli risalenti al periodo che va dal VII secolo al IV secolo a.C., mentre il borgo con la sua struttura odierna, fu creato concretamente intorno all’anno Mille per opera di alcuni monaci, con l’intento di raccogliere le popolazioni della vallata in insediamenti più sicuri. La storia di Barrea come centro abitato, infatti, inizia propriamente intorno all’anno mille, epoca della sua fondazione nella sua sede attuale. Volendo risalire indietro nel tempo in modo da ricostruire le vicende che precedono tale evento, è opportuno far riferimento ad un contesto territoriale più ampio rispetto a quello odierno di Barrea che comprenda quanto meno i paesi più vicini, Villetta Barrea e Civitella Alfedena. Tale territorio, che coincide con l’alta valle del Sangro compresa grossomodo tra Barrea e Opi, è tradizionalmente identificato come “Vallis Regia”.
Nel corso dei secoli a Barrea si intervallarono momenti di crescita economica, e quindi demografica, a momenti di crisi e povertà. Nel corso del XVII secolo si susseguirono terremoti, epidemie di peste e forti carestie e il XIX secolo fu caratterizzato dal fenomeno del brigantaggio e da conseguenti flussi migratori.
Due degli eventi più importanti che coinvolsero Barrea verso la metà del ‘900 furono l’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo e la progettazione del lago che, creato agli inizi degli anni ’50, cambiò radicalmente l’aspetto della valle rubando all’agricoltura i suoi terreni più fertili.
Un altro evento che influenzò notevolmente lo sviluppo del paese fu il terremoto del 1984, che causò innumerevoli danni non solo alle strutture del borgo, ma soprattutto al suo tessuto sociale.
Luoghi d’interesse
Diversi sono i luoghi d’interesse del borgo, a partire dal centro storico che presenta la struttura di borgo fortificato derivata da un progetto portato avanti dai monaci benedettini. Le stradine acciottolate, le case in pietra, le antiche chiese e i palazzi circondati da una cinta difensiva, gli attribuiscono un carattere fortemente tradizionale. Si è sviluppato come borgo fortificato a partire da un nucleo originario costituito dallo Studio e dagli edifici circostanti. Il borgo è un esempio notevole di incastellamento a scopo difensivo tipico della fine del primo Millennio, fenomeno nato come reazione all'insicurezza causata dalle scorrerie dei Saraceni e degli Ungari. La struttura urbanistica del centro è rimasta sostanzialmente immutata nel corso dei secoli con una cinta difensiva formata da case-mura prive di aperture verso l'esterno e dotata di due soli accessi ben difesi.
Poco distante dal Borgo è possibile ammirare lo Studio, un convento-fortezza unico nel suo genere, edificato nell’anno Mille dai monaci benedettini per scopi difensivi dopo la distruzione del monastero di S. Michele Arcangelo in Barreggio da parte dei saraceni. L'edificio, già in stato di abbandono, ha subito gravi danni a causa del terremoto del 1984, che ha provocato il crollo della parete nord. Nell’inverno 2006 la struttura ha subito un nuovo cedimento che ha portato al crollo di parte della parete ovest.
Simbolo del potere feudatario il castello di Barrea, datato XI\XII secolo, è caratterizzato da una torre a pianta quadrata e una a pianta circolare collegata da una cinta muraria fortificata. Costruito dai feudatari Di Sangro, il castello comprende una torre a pianta quadrata più antica e una torre a pianta circolare aggiunta nel XV° secolo per controllare l'accesso principale del paese. Le torri sono collegate da mura che nel complesso formano una struttura difensiva a pianta irregolare. Il castello, danneggiato dal terremoto del 1984, è stato acquisito dal Comune nel 2006 e destinato a ospitare eventi culturali secondo un progetto di recupero conclusosi nel Giugno 2010 con la riapertura al pubblico del Castello. Oggi, il monumento è utilizzato come sede per gli eventi culturali del paese.
Ci sono poi le chiese, quella parrocchiale di San Tommaso Apostolo e quella della Madonna delle Grazie.
La prima risale al XIII secolo ed è dedicata al patrono San Tommaso Apostolo, fu edificata nel 13° secolo e consacrata il 2 aprile 1300 da Giacomo, vescovo di Trivento. Più volte danneggiata e rimaneggiata nel corso dei secoli, attualmente presenta una pianta a tre navate e un interno decorato con stucchi e dorature in stile barocco Luigi XV. Affrescata nella seconda metà del 700 da Paolo Gamba da Ripabottoni (affreschi in parte perduti), all'interno si possono ammirare gli altari con tarsie in marmi policromi e bassorilievi, un crocifisso ligneo e confessionali del 700. Sulla facciata principale è presente un portale tardo-rinascimentale in pietra locale. Il campanile è stato ricostruito nel 1710 dopo che il precedente era crollato a causa di un terremoto. È stata gravemente danneggiata da un incendio nel corso della II Guerra Mondiale e dal terremoto del 1984.
La Chiesa della Madonna delle Grazie, invece, fu edificata la prima volta nel XIV secolo e consacrata nel 1345 da Andrea da Valleregia, vescovo di Larino, in località Baia, probabilmente sui resti di un edificio di culto più antico. Nel 1950, trovandosi sotto il livello d'invaso del nascente lago artificiale, fu ricostruita nella posizione attuale, con struttura identica all'originale e riutilizzandone gli elementi architettonici principali tra cui il portale e gli altari.
Oltre alla parrocchiale di S. Tommaso e alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Barrea sono presenti diverse altre chiese e cappelle, alcune delle quali ancora in uso, altre sconsacrate e riutilizzate per altri scopi o andate in rovina. Si tratta di strutture di piccole dimensioni e in genere povere di ornamenti, ma che testimoniano l’importanza che ha avuto in passato la religione per gli abitanti di Barrea. Infatti, benché le condizioni di vita nel paese siano state quasi sempre ai limiti della sussistenza, la popolazione di Barrea ha destinato nei secoli passati una quota non trascurabile delle sue scarse risorse per la costruzione e conservazione di questi luoghi di culto.
Le testimonianze più antiche di forme di culto dei morti nel territorio di Barrea sono le inumazioni della necropoli arcaica di Colleciglio, risalente al VI-VII secolo a.C. Le indagini archeologiche sul sito hanno permesso di ricostruire alcuni aspetti dei riti funebri dei più antichi abitanti della valle. I reperti rinvenuti durante gli scavi alla necropoli sono conservati nell’Antiquarium della Civilità Safina, un’esposizione permanente inaugurata nel 2007. Si tratta di corredi funerari risalenti al VI secolo a.C., tra cui di particolare pregio sono alcuni resti di una collana in vetro fuso di importazione fenicia e i vasi in “bucchero” di scuola etrusca, contenitori costruiti con argilla arricchita di ossidi di ferro e cotti in speciali forni in assenza di ossigeno.
Tradizioni
Barrea mantiene, ancora oggi, antiche tradizioni. Secondo un’antica usanza, il 22 febbraio si digiuna in onore della Madonna del Digiuno, in segno di ringraziamento per la sua protezione dalle avversità e dai pericoli della vita. Si narrano storie e leggende, a proposito di questa ricorrenza, come quella di una lettera a caratteri d’oro apparsa sulle acque del fiume Sangro che irradiava luce quale espressione della volontà della Madonna. Altri riferiscono di uno scampato pericolo del paese da una invasione nemica o della scongiurata epidemia di peste o della protezione dai fulmini.
Ci sono poi altre tradizioni importanti che riguardano i riti matrimoniali e quelli funebri.
Il matrimonio tradizionale univa al rito religioso diverse usanze tipiche del folclore locale. La tradizione vincolava gli sposi, i genitori e tutti i parenti a ripercorrere i rituali che precedevano la celebrazione vera e propria del matrimonio e i festeggiamenti che la seguivano, secondo tempi e modi prefissati. Al matrimonio era legata anche una tradizione culinaria con ricette tipiche come la “minestra della sposa” e la “zuppa della sposa”.
Le testimonianze più antiche di forme di culto dei morti nel territorio di Barrea sono le inumazioni della necropoli arcaica di Colleciglio risalente al VI-VII secolo a.C.. Le indagini archeologiche sul sito hanno permesso di ricostruire alcuni aspetti dei riti funebri dei più antichi abitanti della valle. Con la diffusione del cristianesimo si affermarono usanze introdotte dal nuovo credo religioso, con riti e onoranze funebri tipiche della tradizione cattolica, anche se non mancavano in passato forme di culto specifiche del posto.
Barrea, inoltre, fino a qualche decennio fa, aveva una propria tradizione sartoriale. La maggior parte del vestiario, di uso comune o da indossare in particolari ricorrenze, era confezionato da artigiani del posto utilizzando spesso tessuti prodotti in loco (il paese era un centro di produzione ed esportazione di panni in lana). Nell’ambito di questa tradizione, era stato elaborato un modello per l’abbigliamento popolare maschile e, soprattutto, femminile che, pur ricalcando le forme tipiche dell’Abruzzo montano, aveva alcuni caratteri distintivi. Un esemplare del costume femminile di Barrea è conservato presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.
Per quanto riguarda la tradizione musicale, le prime notizie dell'esistenza di un concerto bandistico a Barrea risalgono alla fine del XIX° secolo. Da allora, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la banda di Barrea, sotto la guida di vari maestri, mantenne un'intensa attività concertistica a livello locale. Lo scoppio della Guerra pose fine a questa prima esperienza musicale. Dopo alcuni decenni di interruzione la tradizione bandistica nel paese fu ripresa all'inizio degli anni ottanta con la costituzione del concerto bandistico "Città di Barrea". Attualmente a Barrea sono presenti due distinte bande musicali.
Infine, la cucina barreana rispecchia in larga misura la tradizione gastronomica abruzzese. È basata su ingredienti che in passato erano per lo più di provenienza locale ed erano prodotti nell’ambito di un’economia agro-pastorale spesso ai limiti della sussistenza. Quindi è una cucina “povera” e popolare. Oltre alle tipiche ricette abruzzesi, come i famosi maccheroni alla chitarra o la pecora “al cotturo”, la tradizione culinaria di Barrea presenta diversi piatti e dolci tipici, come la minestra della sposa o la pizza dei pastori.
La tradizione gastronomica di Barrea si lega ai sapori della cucina abruzzese, ai suoi ingredienti semplici e genuini offerti dalla natura. Come l’orapo, spinacio selvatico che cresce nei campi recintati dove vengono custodite le greggi. Viene cucinato come zuppa insieme ai fagioli o come condimento degli gnocchetti di acqua e farina.
La muscischia, carne di pecora essiccata, denota il forte legame del borgo con le sue origini agro pastorali.
Tipiche ricette invernali sono: la pizza Ki Sfrijvie, una focaccia con pezzetti di lardo derivati dalla cottura del grasso di maiale per ottenere lo strutto; il capitone, dolce natalizio ricoperto di cioccolato, e la pizza di Natale, dolce tipico abruzzese.
In occasione del carnevale si cucina le scarcioffl, dolce cosparso di zucchero, la cicirchiata, dolce a formato da tante palline d’impasto tenute insieme dal miele. Per gli amanti del salato si preparano i carraciglie e le screppell’. I dolci caratterizzano soprattutto il periodo pasquale: u‘ cor’ viene realizzato con mandorle e un ripieno di amarene; i viscott’, preparati con farina, uova, semi di anice, sale e pepe, a forma e infine le ciammell’.
Eventi
Borgo di tradizioni e antiche credenze, Barrea introduce il calendario annuale degli eventi con una ricorrenza molto particolare: il 22 febbraio viene praticato il digiuno in onore della Madonna che in varie occasioni nei secoli ha protetto il borgo da numerosi pericoli.
L’ultima domenica di giugno, invece, si rinnovano i festeggiamenti in onore di S. Tommaso Apostolo; si svolgono, con rito religioso e manifestazioni civili, sin dal sabato precedente. Rinomate bande musicali, tra cui la Banda di Barrea, accompagnano la processione religiosa del santo protettore e allietano la serata eseguendo brani noti. Nel pomeriggio sono organizzati giochi popolari e, a tarda sera, avviene l’estrazione dei biglietti di una lotteria che mette in palio, come primo premio, una pecora. Intorno alla mezzanotte, concludono i festeggiamenti i fuochi pirotecnici.
C’è poi la sagra degli orapi, organizzata il 13 agosto nella panoramica piazza del Mammarino, che rappresenta un’occasione unica per gustare uno dei prodotti tipici principali di Barrea.
L’8 settembre, infine, in occasione della natività della Beata Vergine, veniva festeggiata la Madonna protettrice Maria SS. delle Grazie, anch’essa portata in processione nell’antica Chiesa di S. Maria della Baja, dove si celebrava una solenne funzione religiosa. Terminata questa, la processione – accompagnata da canti popolari che si propagavano nell’ampia vallata – rientrava nella chiesa parrocchiale. Oggi, la Madonna è festeggiata la domenica successiva al ferragosto per consentirne la partecipazione ai barreani non residenti e ai numerosi turisti presenti.